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Eolo
stelle lontane
DISARMIAMOCI E PARTIAMO DI ROSSELLA MARCHI
RIFLESSIONI PER LA RIAPERTURA DELLA STAGIONE DEI FESTIVAL

Si parte. E’ marzo, arriva la primavera e con lei gli appuntamenti con i festival, le vetrine e tutte le occasioni per rivedersi, incontrarsi, raccontarsi. E partecipare. Questa parola mi piace molto: prendere parte. Hanno inizio le occasioni per ricontattare il sentimento che ho nei confronti del mio essere spettatrice, del mio sentirmi parte di un processo creativo, anche se nella sua fase finale: la fruizione. Ma è proprio in questo che sento le possibilità e l’importanza del mio essere lì. Le sento per me e, sono convinta, anche per gli Artisti che arrivano dopo tanto lavoro a con-segnarlo, lì sul palco. L’incontro con un lavoro ha bisogno di attenzione, di essere guardato con responsabilità. Perché poi l’occhio restituisce. Al cervello o al cuore oppure, nei casi più riusciti, ad entrambi. Ma non smetto mai di ricordare a me stessa che quando questo accade è un regalo, che gli Artisti fanno ricerca e nel loro ricercare non è detto che l’opera che hanno sentito crescere dentro, una volta fuori, sia così perfettamente riuscita. Ma quando è onesta, si percepisce comunque il lavoro, il tentativo di volo, il contatto con la Parola non ancora perfettamente formata nella bocca, con il Gesto ancora così intimo da non riuscire a diventare del tutto riconoscibile. E anche il tentativo di volo può commuovere. Così come il più leggiadro dispiegarsi di ali, la più ardita discesa in picchiata. Io ringrazio gli Artisti, tutti, per il folle volo. Perché ricordo sempre a me stessa che di volare non sono capace e attendo con impazienza che arrivi chi ha il talento e il coraggio di farlo anche per me e mi permette di salire sul suo dorso. Gli Artisti sono creature delicate, ho capito in questi anni. Gli va restituito con gentilezza quel che hanno dato sul palco, camminandoci a fianco, raccontandogli quel che si sente, anche quando si sa che non è propriamente quello che avrebbero voluto sentire. Non devono rimanere soli, gli Artisti, non devono aver paura di sperimentare e accoglierci in questa loro ricerca, non devono escluderci dal loro elucubrare. Penso che sarei infinitamente povera se anche solo uno di loro decidesse di non rendermi più parte della propria poetica perché timoroso di un giudizio. Pertanto: disarmiamoci e partiamo. Aspetteremo insieme che, all’alzata di sipario, il buio ci proietti nella luce.
ROSSELLA MARCHI





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